lunedì 15 aprile 2013

Lira : dalle origini alla lira Tron (prima parte di una lunga storia)


Lira : denaro di Carlo Magno Di STEFANO PODDI 
La lira e’ il simbolo monetale che ha attraversato le vicende e la storia dell’Occidente, dall’Antica Roma, attraverso il Medioevo e il Rinascimento, fino ai nostri giorni quando, insieme alle altre monete europee, ha contribuito alla nascita dell’Euro, la moneta unica della Comunita’ Europea. Proviamo ora a ripercorrere questa storia complessa e affascinante attraverso il corso dei secoli. La storia della lira inizia nell’Antica Roma, tra il 218 e il 211 a.C., quando venne coniato il primo denario, la moneta d’argento che divenne l’unità monetaria delle Repubblica, e poi, dell’Impero Romano. Con l’avvento del denario, o più semplicemente in italiano denaro, inizialmente costituto da 4,55 grammi d’argento, la libra diventò l’unita’ di riferimento per il peso legale delle specie monetarie, determinato in 327 grammi, con cui si potevano coniare 72 denari. In Europa, dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476 d.C., si verificò una proliferazione di emissione di monete con valori e caratteristiche differenti, che venne superata solo cinque secoli dopo, con la riforma monetaria di Carlo Magno. Con questa riforma, attuata tra il 781 e il 794, la libbra divenne, non solo l’unita’ ponderale, ma anche una unità di conto del nuovo sistema monetario, il nome “lira” deriva infatti dalla accezione latina della parola libra, basato sul monometallismo e incentrato sul denaro d’argento. Da ogni libbra d’argento puro le zecche dovevano coniare 240 denari, contenenti ognuno circa 1,36 gr. di argento fino, per cui l’insieme di 240 denari corrispondeva ad una lira come unita’ monetale di conto e a una libbra d’argento fino. I Carolingi in questo modo riuscirono a creare in Occidente un’unica area di influenza monetaria autonoma, distinta dall’area monetaria bizantina e da quella musulmana. In quello che in futuro sarebbe stato il territorio italiano, la lira venne utilizzata dalle Alpi fino a Roma, mentre nel sud prevalse la moneta araba o musulmana. In seguito, nei vari Stati italiani, vennero coniate delle monete multipli del denaro per adempiere alla funzione di mezzo di scambio nelle transazioni all’ingrosso e in quelle internazionali. 
Lira : Genovino del 1252  Nel periodo che va’ dalle riforme carolinge alla fine del secolo X le zecche che operavano sul territorio italico: Pavia, Milano, Verona, Lucca a Treviso (che nel 850 circa venne incorporata in quella di Verona); avevano mantenuto una coniazione di monete omogenea. Ma dall’inizio del secolo XI, nelle contrattazioni e negli scambi, le monete divennero sempre piu’ utilizzate, in particolare nei centri cittadini, incrementando notevolmente la domanda di moneta, mentre l’offerta di metalli preziosi, necessari per coniare le monete, era rimasta praticamente costante. A causa di queste vicende si produsse un forte aumento nella quantita’ delle emissioni, mentre nello stesso tempo diminuì progressivamente il peso e la qualita’ della lega delle monete. Quindi le quattro zecche italiane iniziarono a differenziarsi dando vita a quattro diverse lire, legate ognuna alla propria area di influenza monetaria e al proprio denaro. Dai documenti dell’epoca risulta infatti che la lira, l’unita’ monetale di conto, intorno al 1150, fosse cosi declinata: la lira pavese equivaleva a circa 50 gr. di argento fino, la lira lucchese a circa 85 gr. e la lira veronese a poco meno di 25 grammi. Inoltre le zecche, che spesso erano appaltate, operavano secondo un criterio di profitto aziendale, per cui maggiore era la quantita’ di monete coniate e superiore era il margine di profitto. Questi sono solo alcuni tra i motivi della secolare svalutazione della lira che, pur non essendo del tutto corretta dal punto di vista della circolazione monetaria, e’ stata certamente un male minore rispetto a quello che avrebbe generato una pressione deflazionistica che, senza un efficiente e conveniente sistema creditizio, avrebbe tolto ossigeno al nascente processo di sviluppo economico. Dopo il 1150 iniziarono una serie di riforme monetarie nel territorio italico, che culminarono alla meta’ del secolo XIII. Nel 1252 a Genova venne coniato il Genovino, a Firenze nel 1253 il Fiorino, segui’ quindi Venezia che nel 1284 conio’ il Ducato d’oro detto poi Zecchino; ponendo termine in questo modo, dopo quasi 500 anni dalla riforma monetaria carolingia, al monometallismo basato sull’argento. Lira Tron Con l’andare del tempo si addivenne ad una differenziazione tra la moneta piccola, il denaro travolto di frequente dalle forze inflazionistiche e la moneta grossa, i Fiorini, Genovini e Ducati d’oro che, riservati alle transazioni internazionali e all’alta finanza, godevano di una sostanziale stabilita’, sia per ragioni economiche che per motivi di prestigio. Essendo notevolmente diversa la velocita’ di svalutazione dei due tipi di moneta, il loro rapporto di conversione slittava e quindi la moneta grossa non poteva essere un multiplo della moneta piccola, si trattava di fatto di due sistemi di circolazione monetaria diversi e distinti. Il Fiorino d’oro, equivalente esattamente a 240 denari correnti, con il passare degli anni resto’ sostanzialmente ed intrinsecamente stabile, mentre il denaro continuo’ a slittare, cosi che dopo 25 anni dalla sua coniazione il Fiorino d’oro valeva 396 denari rispetto ai 240 iniziali. Una svalutazione cosi forte porto’ le zecche a coniare i terlini, pezzi da tre denari, i quattrini, pezzi da quattro denari e cosi via i cinquini, i sesini e gli ottini. Dalla meta’ del secolo XIII l’Italia risultava divisa in quattro aree monetarie: quella della lira imperiale di Milano, quella della lira astigiana (in seguito sabauda), quella della lira genovese e quella della lira fiorentina. Nel 1472 la lira, fino ad allora entita’ monetale di conto, vide la luce come entita’ fisica e tangibile, infatti a Venezia il 27 maggio dello stesso anno, sotto il dogato di Nicolo’ Tron, venne coniato per la prima volta un pezzo d’argento puro a 948 millesimi, del peso di 6,5 grammi, in modo che valesse esattamente 240 denari. Era nata la cosiddetta “Lira Tron” che venne incisa da Antonello di Pietro detto poi Antonello della Moneta, orafo e incisore presso la Zecca di Venezia dal 1454 al 1484. [vai alla seconda parte]
Pubblicato il 22 marzo 2013 su www.noicollezionisti.it
Distribuito in base alla licenza  Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 3.0 Italy Licenza
 

Nessun commento:

Posta un commento