lunedì 15 aprile 2013

Double Eagle: una moneta d’oro da 7 milioni di dollari

Double Eagle
Il presidente Roosevelt firma una delle riforme del New DealLa Libertà al fronte della Double Eagle Non ha fatto molto scalpore in Italia il tour organizzato dal Gruppo Samlerhuset (società che controlla la Zecca di Londra) in collaborazione con il Museo Nazionale di storia americana “Smithsonian” di Washington.Non ha fatto scalpore anche se tra gli esemplari mostrate vi è una delle più rare monete d'oro: la Double Eagle del 1933. Con valore nominale di 20 dollari Sotheby nel 2002 conclude la serie di rilanci all'asta aggiudicandola alla cifra di 7 milioni e 600 mila dollari: si può quindi immaginare lo spiegamento di forze occorso il 3 ed il 4 marzo 2012 durante l'esposizione con ingresso gratuito presso la sala Goldsmiths a Foster Lane (Londra). Inoltre l'orario continuato dalle 10:00 alle 16:00 in una Londra già alle prese con l'organizzazione delle Olimpiadi deve aver complicato ulteriormente la messa in sicurezza ma probabilmente la tipica flemma brittannica ha dato questa volta un aiuto caratterizzando la quiete con cui l'esposizione si è svolta. Se pure il tour sia poi proseguito per Dublino, Bruxelles, Varsavia, Oslo ed Helsinky producendo ovunque un evidente motivo di turismo culturale pochissime sono state le notizie apparse in Italia e le poche si sono lette grazie alla stampa indipendente dato che quella specializzata ha voluto soprassedere continuando ad interrogarsi sulle cause di questo scarso interesse per la numismatica comune ai paesi mediterranei. Scarso interesse che trova cause prime nell'incertezza economica che sposta decisamente l'attenzione del grande pubblico verso problemi considerati più impellenti. Non vi è bacino d'accoglienza migliore di quello mediterraneo per qualsiasi avvenimento culturale ma è comprensibile come si sia ritenuto più interessato il nord-europa in ragione di una continuità culturale evidenziata dalle affini usanze. Spesso si dimentica come la storia del dollaro sia indissolubilmente intrecciata con tutti gli italiani, i greci, gli spagnoli e i provenzali che gli Stati Uniti hanno costruito fattivamente attraverso il lavoro fisico ed il discriminante uso di dialettiche non anglofone. Allegoria della Libertà al fronte della Double Eagle[/caption] Ma questi sono i fatti: il sud Europa non viene coinvolto e non sembra essere interessato anche se la storia della Double Eagle è avvincente come il migliore dei romanzi storici e non solo per l'evidente valore finanziario che rappresenta. Senza dubbio affinchè un oggetto raggiunga qualità così elevate di bene economico devono coincidere alcuni elementi: una richiesta da parte di potenziali acquirenti, la possibilità di eseguire l'acquisto e la rarità in termini puramente numerici. Per comprende come tali elementi abbiano trovato ineguagliabile convergenza in una moneta così moderna occorre fare un salto nella storia e partire dal 1933: anno in cui la moneta fu coniata e che vide insediarsi alla guida dgli Stati Uniti d'America il Presidente Franklin Delano Roosevelt. Aveva vinto le elezioni nella consapevolezza di dover dare immediata risposta a quel catastrofico evento finanziario che aveva messo il mondo occidentale in ginocchio e che sarà poi individuato come “Grande Depressione”. Evento per il quale divenne subito chiaro come non esistesse una causa scatenanante eliminata la quale fosse poi possibile procedere nella vita quotidiana: la concatenazione di eventi che presiedevano alle condizioni in cui l'economia versava richiedeva di essere affrontata attraverso altrettante concatenazioni riparatrici. Paradossalemente gli stessi errori che portarono alla “Grande Depressione” sono alla base dell'attuale crisi economica ma mentre Roosevelt ebbe il coraggio di inaugurare un “New Deal” (un nuovo corso) per contrastare il disagio sociale sempre più ampio e sempre più desideroso di un ordine nuovo, attualmente non trovasi alla guida politica di alcuna nazione figure di altrettanta caratura morale. Sopratutto fu subito compreso che l'evento interessava tutte le economie collegate da scambi internazionali di beni ed occorreva quindi agire in fretta. Roosevelt chiese “cento giorni” di fiducia per consentirgli di mettere in pratica le riforme minime necessarie a riportare l'economia degli Stati Uniti verso condizioni accettabili e li usò tutti nel tentativo di ridurre la spesa pubblica attraverso l'abbattimento degli sprechi, di riportare la tassazione ad un sistema più equo e di imporre alle banche il controllo dei prodotti finanziari. Tra le riforme che occorre segnalare ai fini di comprendere la storia della Double Eagle vi fu la sospensione di quel sistema di estinzione del debito noto come “Gold Standard”: in buona sostanza la sospensione del valore legale delle monete in oro e conseguente proibizione del loro utilizzo come forma di pagamento. Il presidente Roosevelt firma una delle riforme del New Deal[/caption] Questa riforma fu resa necessaria dall'eccessivo impiego di oro come moneta corrente dovuto alla ovvia mancanza di fiducia nella solvibilità dello Stato da parte dei risparmiatori che per mettersi al riparo dalla crisi economica continuavano a convertire moneta in oro trasferendo poi all'estero il prezioso metallo. Il 5 marzo 1933 venne quindi intimata alle banche di sospendere ogni procedura di pagamento in oro e fatto divieto ai privati di accumularne, in questo modo, benchè non fosse stato imposta la restituzione del metallo alla “Federal Reserve Bank” i piccoli risparmiatori non ebbero altra scelta ed in breve riconvertirono l'oro in banconote per un valore pari a 300 milioni di dollari. Dopo il primo mese però l'afflusso di oro verso le “Federal Bank” sembrò interrompersi e le stime del governo evidenziarono una mancanza di almeno un miliardo di dollari in valore aureo. Fu necessaria la direttiva del 5 aprile 1933 che stabiliva in 100 dollari il valore massimo accumulabile in monete d'oro ed obbligava i cittadini alla restituzione delle eccedenze. Anche questa manovra non produsse l'effetto desiderato e fu così che il 30 gennaio 1934 Roosevelt ruppe ogni indugio e firmò il “Gold Reserve Act” con il quale inequivocabilmente era sancito che tutte le monete d'oro appartenevano al governo degli Stati Uniti e che si sarebbe provveduto a ritirarle e fonderle in lingotti destinati al nuovo deposito di “Fort Knox”. In base a tali provvedimenti e dal momento che già il 5 marzo 1933 era stato di fatto sospesa la possibilità di usare monete d'oro come strumento di pagamento nessuna zecca avrebbe dovuto coniare ulteriori monete auree ma a causa di una caranza normativa tra il 15 marzo ed il 19 maggio ebbe ugualmente corso la coniazione delle monete Double Eagle ed il loro confezionamento in sacchi da 250 unità che vennero rinchiusi nei forzieri sotterranei della zecca di Philadelphia. Solo due sacchi furono affidati alla custodia del cassiere affinchè provvedese nel metterli a disposizione degli enti di verifica del peso e del titolo. Tre anni più tardi le Double Eagle chiuse nei sotterranei furono avviate alla distruzione e trasformate in nuovi lingotti. Nel frattempo 20 delle monete in custodia nella cassaforte del cassiere Harry Powell furono inviate alla zecca di Washigton per i controlli previsti. Dai registri risulta che il 2 febbraio 1934 Edward McKernan prese in carico 34 monete in qualità di custode delle camere di sicurezza firmando regolare ricevuta ma senza dichiarare le motivazioni di questo movimento anche se le monete risulteranno poi restituite al cassiere. Il 14 febbraio dello stesso anno la Commissione di Campionatura distrusse 9 Double Eagle per eseguire gli opportuni controlli ed il giorno 20 restituisce al cassiere 437 Double Eagle che insieme a quelle in carico da McKernan corrispondevano ai 471 Double Eagle regolarmente riposte in cassaforte. Il 20 marzo 1934 assume l'incarico di cassiere George McCamm che il 2 ottobre 1934 su disposizione della direttrice della zecca degli Stati Uniti Nellie Tayloe Ross (prima donna al mondo ad occupare questo incarico) invia 2 Double Eagle al museo Smithsonian Institute di Waschington affinchè vengano inserite nella collezione numismatica. Nel frattempo tutte le monete vengono trasferite presso la fusione e formalmente tutti i registri risultano regolari: 445.500 i pezzi coniati, 29 quelli distrutti nei test, 2 custoditi nella collezione dello Smithsonian e 445.465 ufficialmente rifusi. Nel 1938 il collezionista Fred Boyd durante un'esposizione organizzata a Columbus dal New York Numismatic Club mise in mostra una Double Eagle e tolse ogni dubbio sulle precedenti dicerie che affermavano una “illecita fuga” di esemplari dalla sala di fusione. Nel 1944 Tayloe Ross decise di porre fine al clamore che si stava creando intorno a queste monete ed aprì un'inchiesta chiarificatrice inviando un'interrogazione a Philadelphia che rispose copiando i dati in suo possesso ed escludendo la possibilità dell'esistenza di esemplari originali. Non convinta, la direttrice della Zecca, fece istanza affinchè venisse aperta un'indagine dai servizi segreti in quanto competenti di violazioni al “Gold Reserve Act.” Inizialmente il Capo dei servizi segreti Frank Wilson tentarono il recupero di quelli che credevano pochi esemplari in ragione di sequestro dietro rilascio dell'opportuna ricevuta ma presto si resero conto che il quantitativo di monete da recuperare era troppo alto. Occorreva quindi scoprire la fonte di fuga per poi arrivare a recuperare tutte le monete e fu scoperto che il cassiere George McCamm era il solo responsabile di tale illecito e che si era servito del gioielliere Israel Switt e del suo socio Edward Silver per architettare un vero e proprio commercio. Questi aveva giocato sull'equivoco per il quale le monete venivano contate e pesate senza controllare il millesimo e probabilmente (non fu provato all'epoca) aveva falsificato la documentazione riguardante le monete prese in carico da Edward McKernan nel 1934. In questo modo Frank Wilson, dietro confessione dell'ex cassiere e sulle dichiarazioni di Israel Switt riuscì a ricostruire l'intera vicenda e nel 1952 tutte le monete erano state recuperate. Farouk I Re dell'Egitto e del Sudan in carica dal 28 aprile 1936 al 26 luglio 1952 Tutte meno una: quella in possesso di Re Faruk. Era infatti successo che a febbraio del 1944 un funzionario dell'ambasciata egiziana si recasse presso la zecca di Washigton per conto del Sovrano d'Egitto a richiedere il permesso di esportare una moneta da inserire nell'inestimabile collezione reale che comprendeva anche grandi tesori della filatelia come una famosa busta affrancata con il “Tre Lire di Toscana”. Il funzionario aveva comprato qualche giorno prima una Double Eagle ma per effetto del “Gold Reserve Act” doveva chiedere che venisse rilasciata apposita licenza di esportazione. La moneta fu quindi presa in consegna allo scopo di verificarne l'originalità e spedita presso lo “Smithsonian” dove Theodore Belote rilasciò parere positivo. Il 29 febbraio venne dunque rilasciata licenza che l'ambasciata ritirò la mattina dell'11 marzo: tredici giorni prima che l'inizio dell'indagine di Frank Wilson bloccasse ogni possibilità di produrre nuova documentazione. Il 23 luglio del 1952 Re Faruk fu deposto da un colpo di stato ed il nuovo governo incaricò la nota casa d'aste “Sotheby's” della dispersione di tutte le collezioni reali. Il 24 febbraio del 1954 avrebbe avuto inizio l'asta ma attraverso l'Ambasciata U.S.A. al Cairo il governo americano fece istanza per recuperare la moneta. Il Presidente egiziano Naguib fece ritirare la moneta per evitare complicazioni diplomatiche ed il tutto venne messo a tacere senza alcuna spiegazione ufficiale e della moneta si perse ogni traccia. Nel 1994 il commerciante Andrè de Clermont ed il suo socio Stephen Fenton, titolari di un negozio specializzato con sede a Londra, vennero a conoscenza della possibilità che la moneta di Re Faruk fosse in vendita presso un gioielliere egiziano e nel 1995 la acquistarono per la somma di 220.000 dollari. Vendere la moneta pubblicamente negli Stati Uniti senza farsela sequestrare dalle autorità era praticamente impossibile ma riuscirono a trovare nella persona di Jasper Parrino (esperto in monete rare) un possibile alleato per tentare. L'incontro conclusivo doveva svolgersi l'8 febbraio del 1996 presso il “Waldorf Astoria” di New York alla presenza di Fenton, Parrino ed il collezionista Jack Moore che si era finto interessato all'acquisto ma in realtà aveva avvisato l'FBI trasformando in una trappola la riunione. Al momento del pagamento gli agenti federali irruppero sulla scena ed arrestarono i commercianti. Venne quindi aperto un contenzioso che si concluse il 25 gennaio 2001 con un patteggiamento in cui il governo si impegnava a mettere all'asta la moneta e dividere gli utili con Fenton che di fatto non aveva acquistato la moneta sul territorio degli Stati Uniti. La Double Eagle di Re Faruk venne quindi trasferita dall'Ufficio dell'FBI presso le “Twin Towers” verso il più sicuro deposito di “Fort Knox”: incredibilmente in tempo per evitare che l'attentato terroristico dell'11 settembre la disperdesse per sempre tra le macerie. Il 30 luglio del 2002 un anonimo collezionista si aggiudicava la moneta per 7.590.020 dollari: la storia delle Double Eagle sembrava ormai terminata. Nel 2004 l'avvocato Barry Berke, che nel 2001 aveva giù difeso gli interessi di Fenton si ripresenta davanti alle autorità in nome e per conto di Joan Switt: figlia di Israel Switt morto nel 1990 all'età di 95 anni. L'ereditiera aveva rinvenuto altre 10 Double Eagle nella cassaforte personale del padre ed era disposta a trattare con il governo degli Stati Uniti un eventuale compravendita. Le monete vennero prelevate e dopo essere state periziate dallo “Smithsonian” immeditamente trasferite a “Fort Knox”: nulla in più e dato a sapere sulla transazione se non che il legale della Switt è tutt'ora impegnato nella faccenda. Durante un interrogatorio avvenuto l'8 ottobre del 2008 Berke riuscì a dimostrare che i documenti riguardanti le 34 Double Eagle prese in carico da Edward McKernan nel 1934 se non falsi sono inutilizzabili ai fini di provare un effettivo movimento delle monete e sembra che lo stesso McKernan avesse negato di aver mai preso in carico le Double Eagle. Da allora il numero delle Double Eagle esistenti si è stabilizzato in 13 esemplari tutti sotto la custodia del Governo degli Stati Uniti d'America.

Pubblicato il 22 settembre 2012 su www.noicollezionisti.it
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