sabato 13 aprile 2013

100 lire oro 100 lire oro del 1940 L'effigie di Vittorio Emanuele III sulle 100 lire d'oro[/caption] Il “Gigante 2012 – Catalogo nazionale delle monete italiane dal '700 all'euro” a pag. 130 aggiunge alle 100 lire oro “Littore 2° tipo” una nota informativa interessante: “[...]La serie datata 1940 anno XVIII, composta dalle 100 Lire oro e dalle 20,10 e 15 Lire in argento, non è stata emessa ufficialmente. Manca l'autorizzazione del Ministero del Tesoro e non è menzionata nelle relazioni della zecca. Si tratta dell'unica serie di Vittorio Emanuele III, presente nella collezione Reale, non omaggiata dalla zecca ma dalla Banca d'Italia, tramite l'allora Governatore Azzolini che voleva in questo modo ricordare il 40° anniversario di Regno del Sovrano [...]” Non è possibile fare a meno di considerare come la nota lasci intendere ad una certa approssimazione nelle procedure burocratiche di coniazione. Le cause sono da ricercare nella cronologia degli eventi storici in in cui l'Italia si trovò invischiata se pure inizialmente un titubante Mussolini avesse preservato la nazione dagli eventi bellici. Di fatto il 3 gennaio scrive ad Hitler tentando di focalizzare l'aggressività germanica verso quello che poteva essere un obiettivo condiviso anche dagli altri stati europei: il bolscevismo di Stalin. Nella stessa lettera in realtà il “Duce del Fascismo” dà prova di avere una visione politica lungimirante ed afferma: […] Gli Stati Uniti non permetterebbero una totale disfatta delle democrazie.[...] La storia darà ragione a Mussolini di questa affermazione ma la lettera non ebbe seguito: Hitler non rispose limitandosi poi a cogliere il plauso delle nazioni contrarie a Stalin quando il successivo anno invase la Russia. In quel momento gli Stati Uniti di Roosevelt iniziarono a tessere una loro tela diplomatica cercando la formazione di una coalizione fra stati interessati ad una risoluzione pacifica e duratura. L'Italia si trovò così stretta in una morsa ed i dubbi del Duce presto divennero dubbi dell'intera nazione. Lo stesso fascismo gerarchico si spacco sulla questione dividendosi tra favorevoli e contrari all'appoggio verso la Germania . Italo Balbo, l'eroe dell'aria che aveva conosciuto gli USA durante la grande trasvolata della Crociera Nord-Atlantica e saggiato con mano lo spirito forgiante di quel pensiero liberale posto alla base della civiltà nord-americana non mancò di ricordare al Duce come egli stesso avesse definito il popolo tedesco qualche anno indietro sottolineando la profonda distanza culturale che li separava. Nel momento in cui si arrivò a progettare la destituzione di Mussolini, grazie alle vittorie tedesche, passò l'idea di un Italia filo-germanica che però non aveva alcuna affinità con l'Italia reale. Il primo di Febbraio il barone Joachin von Ribbentrop in qualità di Ministro degli Esteri della Germania Nazista intima a Mussolini di rispettare i patti ed entrare in guerra al fianco dei tedeschi. Mussolini riuscirà a temporeggiare ma Hitler inizierà lentamente la sua guerra globale invadendo Belgio, Olanda, Norvegia e Danimarca. Roosevelt e Churchil inviano ripetuti messaggi a Mussolini da prima pregandolo di rimanere neutrale e poi invitandolo a rompere l'alleanza con Hitler. Il 10 maggio con il piano “colpo di falce” la Germania scardina ogni difesa anglo-francese ed il 16 maggio di fatto anche la Francia passa sotto dominio militare tedesco. Mussolini continua a temporeggiare ma l'iniziale diffusa antipatia per i tedeschi che sembrava solido sentimento tra gli alti ranghi italiani comincia a disgregarsi ed anche Vittorio Emanuele III che prima progetto la destituzione del Duce a fronte delle continue vittorie di Hitler cambia idea ed appoggia Mussolini. Il 10 giugno Mussolini si affaccia da Palazzo Venezia per pronunciare la frase entrata ormai nella storia: [...] Combattenti di terra, di mare e dell'aria! Camicie nere della rivoluzione e delle legioni! Uomini e donne d'Italia, dell'Impero e del regno d'Albania! Ascoltate! Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L'ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia […] L'Italia intera si illude di essere salita sul carro dei vincitori appoggiando anima e corpo quella guerra che assorbirà ogni risorsa economiche con le conseguenze oggi note. Evidentemente queste tensione fecero passare in secondo piano l'anniversario del 40° anno di Regno di Vittorio Emanuele III oppure si era già consapevoli di dover riservare allo sforzo bellico ogni risorsa: anche quelle destinate ad una simile ricorrenza. [caption id="attachment_441" align="alignleft" width="150"] La moneta del 1940 aveva questo stesso rovescio[/caption] Una commemorazione la si volle in ogni caso fare e dal momento che è impensabile utilizzare dell'oro preso dalla Banca d'Italia senza che il Governatore ne sia a conoscenza e poi produrre una moneta senza che il Direttore della Zecca sia al corrente è del tutto plausibile che questi funzionari siano stati essi stessi fautori della produzione. Si trattò in realtà di una tiratura irrisoria delle 100 lire d'oro d'oro già coniate precedentemente ma con nuovo millesimo 1940: non più di una decina di esemplari di cui uno effettivamente consegnato a Sua Maestà il Re d'Italia. Questa, entrata a far parte della Collezione Reale poi donata al popolo italiano, scomparve come molti altri esemplari di cui tale raccolta era composta e quindi si perdono quasi subito le tracce. Con la fine della Seconda Guerra Mondiale e la cacciata dei Savoia dall'Italia sarebbe rimasta per sempre dimenticata se non fossero concorse una serie di coincidenze che portano a ricordarla. Vittorio Emanuele III aveva un amico a cui era legato dalla stessa passione numismatica: l'Ing. Vico D'Incerti noto anche per aver diretto la “Rivista Italiana di Numismatica” dal 1902 al 1988. Nel 1970 l'Ingegnere pubblica un saggio intitolato inequivocabilmente “Una Moneta d'Oro di Vittorio Emanuele III ignorata fino ad oggi”. Il saggio viene letto dal Tenente Colonnello della Guardia di Finanza Domenico Luppino che attratto dalla rivelazione inizia a svolgere qualche indagine fino a scoprire un “Registro del Materiale Creatore della Regia Zecca” su cui effettivamente si può supporre come fossero stati movimentati i conii della moneta da 100 lire d'oro del 1940: non prova però una reale coniazione. Il ritrovamento nel catalogo personale del Re del cartellino relativo alla moneta con la scritta “Dono della Banca d'Italia” toglie ogni dubbio: la moneta esiste. La produzione non è stata regolare ma analizzando il contesto storico abbiamo un Re numismatico da commemorare, un dittatore titubante ma obbligato all'obbedienza verso la Casa Regnante, una generale euforia verso un evento catastrofico e la consapevolezza celata al popolo di non essere economicamente preparati ad affrontare tale evento. Plausibilmente qualche procedura burocratica potrebbe essere saltata allo scopo di “accontentare” il Re. Ad ogni modo nessun esemplare delle monete viene ritrovato e le indagini della Guardia di Finanza sembrano dover inseguire un fantasma. Nel 1995 però una nota casa d'asta batte una serie di monete contenute in un elegante astuccio con le iniziali della Zecca Reale impresse sul dorso: dentro è perfettamente conservata la serie completa del 1940 con tanto di 100 lire oro. Inizialmente interviene la Guardia di Finanza bloccando la vendita in modo tale che, accertata l'autenticità, lo Stato potesse poi esercitare il diritto di prelazione. Incredibilmente lo Stato rifiuta di esercitare tale diritto e l'astuccio viene aggiudicato per 110 milioni di lire ad un privato. Riapparso ancora nel 2000 presso altra asta se ne sono ormai perse le tracce: la moneta esiste e lo stato ne avvalla l'esistenza consentendone il commercio. Il dubbio sull'esistenza è tolto ma le polemiche non si placano e di tanto in tanto questa moneta torna a far parlare di se spaccando in due l'opinione pubblica tra chi vorrebbe fosse restituita allo Stato e chi trova invece giusto sia oggetto di libero mercato.

Pubblicato il  17 luglio 2012 su www.noicollezionisti.it
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